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Per Aspera Ad Veritatem n.24
Dieci anni che hanno sconvolto la Russia

Loris Marcucci - Ed. Il Mulino, Bologna, 2002



L’azione al Teatro Dubrovka di Mosca, messa in atto recentemente da militanti ceceni, ha confermato come la minaccia terroristica sia in espansione anche in quelle parti del mondo ritenute meno esposte. Tra queste, almeno sino ad un decennio fa, c’era sicuramente l’Unione Sovietica.
Dopo il crollo del regime comunista, tuttavia, la delicata situazione politica determinatasi e, da ultimo, l’acutizzarsi della crisi cecena, hanno sorprendentemente esposto la “nuova” Russia a questo tipo di eventi, rendendo consapevoli molti osservatori di come quella realtà resti poco conosciuta alla stragrande maggioranza delle persone. Per queste ragioni, hanno raccolto crescente interesse le riflessioni di quegli studiosi e di quei commentatori, conoscitori della realtà russa e della sua popolazione, che già da tempo erano impegnati a comprendere come il nuovo potere si atteggiasse a gestire la grande transizione da uno status di potenza planetaria ad un futuro ricco di incognite.
Tra questi, merita segnalare il lavoro di Loris Marcucci, ricercatore presso l’Accademia delle Scienze dell’Università statale di Mosca, che ha l’intento dichiarato di esaminare un decennio cruciale di metamorfosi del Paese ex sovietico, per il desiderio di capire, di interpretare il presente anche senza la pretesa, né l’ambizione di scrivere la storia, poiché spetterà, nei decenni futuri, agli storici analizzare ed approfondire questa epoca così travagliata.
Secondo l’Autore, nel decennio intercorso tra il crollo repentino ed inatteso dell’Unione Sovietica - avvenuto nel Natale 1991 - e l’avvento del nuovo secolo - più in particolare dopo l’undici settembre 2001 - il codice genetico della Russia ha subito una metamorfosi che, seppure non definitiva, è senza dubbio assai importante. Nel corso di questi anni, infatti, sono stati fatti molti passi in avanti per superare l’epoca della guerra fredda e gli incubi ad essa connessi.
L’analisi si muove lungo il percorso dell’evoluzione riformista che ha caratterizzato il periodo in esame. Sottolinea i tormenti che sono stati vissuti e gli intenti degli statisti che si sono avvicendati alla guida del Paese, senza mai dimenticare il personaggio di maggior rilievo: il popolo russo.
La ricerca è infatti rivolta a presentare tutte le componenti che hanno caratterizzato e tuttora segnano una stagione largamente inedita per quel Paese, al fine di poterne valutare attentamente anche i risvolti più nascosti, partendo da quell’insieme di processo di degrado politico, economico, tecnologico e morale che, per ammissione dello stesso Gorbacëv nel corso della relazione tenuta al XXVII Congresso del Pcus (febbraio 1986), aveva caratterizzato gli ultimi trenta anni dell’Unione Sovietica.
Gli intenti di Gorbacëv prima e di El’cin successivamente erano senza dubbio rivolti a condurre - è l’opinione di Marcucci - il Paese verso la democrazia ed il benessere economico.
In realtà, lo sforzo prodotto per l’introduzione di misure di liberalizzazione nei meccanismi di funzionamento del sistema di pianificazione socialista fece inceppare l’intero congegno e determinò un generale peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, rendendo molto più difficile e lungo quell’indispensabile processo di rinnovamento e ristrutturazione, la perestroika, sul cui cammino hanno pesato altri gravi problemi quali la catastrofe finanziaria del 1998 e la guerra in Cecenia.
Il volume dedica particolare spazio alle caratteristiche dei due leader, personalità molto forti, anche se molto distanti tra loro, entrambi figli del regime sovietico. Ciò che li ha accomunati - ci riferisce l’Autore - ha superato ciò che li ha divisi in quanto entrambi hanno individuato con lucidità i mali che affliggevano il Paese e si sono scontrati con tremendi ostacoli per portare avanti le loro idee.
Marcucci prende in esame anche l’attività dell’uomo nuovo del Cremlino, Vladimir Putin, che a differenza dei suoi predecessori non si è costruito una carriera prestigiosa seguendo il cursus honorum dei funzionari di partito e che si è comunque dimostrato pronto a raccogliere la sfida del mercato e delle nuove istituzioni, grazie anche alle doti personali di abile uomo politico non disgiunte da spiccata sensibilità per la cura dell’immagine e delle reazioni dell’opinione pubblica.
Quali dunque le prospettive della Russia? Secondo Marcucci, il Paese persegue obiettivi ambiziosi, che dovrebbero riassumersi, in primo luogo, nella riscoperta dei propri valori fondanti, non per riacquistare una funzione egemonica in chiave militare o politica, ma per portare il suo contributo di civiltà ad un mondo sempre più interdipendente. In secondo luogo, nell’espletare di nuovo il suo ruolo fondamentale nel contesto mondiale costituito dalla sua funzione di incontro e mediazione tra la civiltà europea e quella asiatica. Sulla capacità di gestire tali sfide si gioca il futuro della nazione russa.



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